Il Friulano, un vitigno, un territorio.
- 18 Lug, 2025
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Friulano: la storia di un vitigno, da Tocai a simbolo del Friuli
Pochi vitigni italiani portano con sé un bagaglio storico, identitario e simbolico quanto il Friulano, un bianco autoctono capace di rappresentare al meglio l’anima del Friuli Venezia Giulia. Eppure, dietro questo nome semplice si cela un passato fatto di polemiche, dispute internazionali, orgoglio territoriale e leggende affascinanti, come quella della Contessa Formentini.
Le origini: il Tocai friulano
Per secoli, il vitigno oggi noto come Friulano era conosciuto con il nome di Tocai Friulano. Le prime testimonianze scritte risalgono al XVII secolo, ma la sua diffusione nel Collio e nelle colline friulane è probabilmente ancora più antica. Il Tocai è sempre stato il vino della casa, del contadino e del convivio. Un bianco secco, profumato, dotato di una caratteristica nota leggermente ammandorlata e di una spiccata bevibilità.
Spesso servito all’osteria o nelle sagre paesane, il Tocai Friulano è stato per molto tempo il vino identitario della regione, legato alla cultura contadina e alla tradizione del “tajut”, il piccolo bicchiere che si beve in compagnia.
La disputa con l’Ungheria e il cambio di nome
Tuttavia, a partire dagli anni ’90, il nome “Tocai” finì al centro di una lunga disputa legale tra l’Italia e l’Ungheria. Gli ungheresi sostenevano che il termine “Tokaji”, riferito al loro celebre vino dolce prodotto nella regione di Tokaj, potesse essere confuso con il Tocai italiano.
Nel 2007, a seguito di una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, l’Italia fu costretta ad abbandonare definitivamente l’uso della denominazione “Tocai”, nonostante le evidenti differenze tra i due vini: il Tokaji è un passito dolce a base di uve Furmint, mentre il Tocai friulano è un bianco secco da uve Friulano, noto anche come Sauvignonasse.
Da quel momento, il vitigno ha preso ufficialmente il nome di Friulano, in omaggio alla sua terra d’origine e come simbolo di appartenenza territoriale. Unico vitigno al mondo a prendere il nome dalla propria regione.
Friulano oggi: l’identità di un popolo in un calice
Il Friulano DOC è oggi uno dei vini più rappresentativi della viticoltura friulana. Si presenta con un colore giallo paglierino brillante, profumi delicati di fiori di campo, mela gialla, mandorla fresca e una nota minerale. Al palato è secco, equilibrato e con un retrogusto piacevolmente amarognolo.
Viene coltivato soprattutto nel Collio, nei Colli Orientali del Friuli e nella pianura friulana, e accompagna splendidamente salumi come il prosciutto di San Daniele, zuppe, risotti e piatti di pesce.
Se coltivato in collina può raggiungere invecchiamenti fino a 15-20 anni.
La leggenda della Contessa Formentini
A rendere ancora più affascinante la storia di questo vitigno c’è una leggenda che profuma di romanticismo e guerra: la leggenda della Contessa Formentini.
Si narra che nel XVII secolo una nobildonna friulana della famiglia Formentini, sposata a un diplomatico austro-ungarico, avesse portato dalla corte di Vienna alcune barbatelle di un vitigno proveniente dall’Ungheria, il Furmint, che avrebbe poi piantato nei suoi possedimenti a San Floriano del Collio. Da queste viti sarebbe nato il “Tocai”, nome probabilmente derivato proprio da “Tokaj”.
Secondo un’altra versione, fu un gesto d’amore: la contessa, innamorata di un ufficiale ungherese, volle creare un vino che le ricordasse la sua terra d’origine o la terra del suo amato.
Qualunque sia la verità, la figura della Contessa Formentini è oggi un simbolo romantico della nascita del Tocai friulano.
Friulano vs Tokaji: due anime diverse
Nonostante la somiglianza fonetica, Friulano e Tokaji sono due vini completamente differenti. Il Tokaji è un vino passito, dolce o semi-dolce, prodotto da uve attaccate da botrite nobile. Il Friulano è un vino secco, fresco, dal profilo fine e minerale, pensato per accompagnare piatti della cucina salata.
Il cambio di nome non ha cancellato l’identità del Friulano, anzi: ne ha rafforzato il legame con il territorio, trasformando un’imposizione europea in un’occasione per affermare l’orgoglio friulano.
Conclusione
Il Friulano è molto più di un vino: è il racconto di una terra, di una cultura, di una storia fatta di ostinazione e orgoglio. È il simbolo di una viticoltura che guarda avanti, senza dimenticare le proprie radici.
Brindare con un bicchiere di Friulano significa oggi celebrare non solo un grande vino bianco italiano, ma anche una storia di resilienza e identità che vive ancora, sorso dopo sorso.
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